C'era una volta il Pescara

Tanti auguri Mister Galeone... la storia inedita di un mito biancazzurro

Nel giorno del suo compleanno emerge un ritratto inedito del "Gale" attraverso il racconto di Bruno Barteloni

Era il 21 giugno 1987. Non avevo ancora compiuto 18 anni quando il Profeta conquistò la sua prima storica promozione in serie A. La mia vita stava cambiando, non tanto per l'imminente conseguimento della maggiore età, quanto per i miei primi approcci al mondo dell'informazione televisiva come cronista sportivo. Passai rapidamente dalla collezione di figurine Panini al contatto diretto vis-à-vis con i campioni del calcio raffigurati in quell'album. A "Telecentro" prima e a "Video Caesar" poi, ebbi modo di realizzare servizi e interviste legate all'avventura biancazzurra nel calcio che conta. Ricordo l'emozione della prima volta, nel corridoio degli spogliatoi, in trepidante attesa del mister.

Galeone apparve ai miei occhi e fu subito ipnosi. Suggestionato, quasi intimorito da un personaggio così potente e carismatico. Io, con l'acne al viso e un abbigliamento improponibile, risultavo poco credibile come giornalista. Ma l'amicizia stretta due anni prima con Enrico Catuzzi mi diede coraggio per impostare la conversazione sul modulo "a zona" che il Gale proponeva nella sua personale rivisitazione. Due scuole di pensiero differenti (Catuzzi si ispirava a Eriksson, Galeone a Liedholm), entrambe spettacolari, ma che diedero risultati differenti. Col tempo, arrivai a comprendere il vero segreto del calcio champagne proposto dal tecnico friulano. Poca lavagna, tanto pallone e concetti semplici insegnati ai suoi giovanissimi calciatori, ai quali Galeone dava piena libertà di movimento. E' storia la famosa amichevole pre campionato a Teramo.

Durante l'intervallo, il capitano Gasperini suggerì di cambiare il disegno tattico e di adottare lo schieramento e l'interpretazione dei ruoli praticati l'anno prima. Nasce così il 4-3-3 che ci ha fatto innamorare. Ogni allenamento era uno spettacolo. Durante il riscaldamento agli ordini di Edmondo Prosperi, Galeone seguiva quasi distrattamente, intento com'era a cercare quadrifogli sul manto erboso. Ma quando parlava ai suoi ragazzi, ogni metodica diventava più rigorosa fino ad arrivare in breve tempo ad uno schema di gioco rapido e meccanico, basato su perfetti automatismi e sincronia collettiva. Un perfetto insegnante, più che allenatore, capace di non esasperare troppo i suoi concetti e di vivere con leggerezza il calcio, inteso proprio come gioco di squadra divertente e fantasioso.

Anche nella vita privata Galeone è così. Scanzonato, sorprendente, poco incline alle regole comportamentali e in pace con il suo mondo, fatto di spensieratezza e di eccessi, di situazioni eccentriche e di piccoli piaceri della vita. Un pescarese vero, insomma, in perfetta simbiosi con la gente che lo ha adottato e osannato. Da uomo intelligente e colto, ha saputo recitare perfettamente il ruolo che gli hanno assegnato e così, tra una frase ad effetto e qualche atteggiamento combinato, si è reso unico, inimitabile e leggendario. Dotato di un ego smisurato e di un carisma inspiegabile, è ancora oggi capace di attirare l'attenzione. Da ragazzino, insieme ai miei compagni di curva, facevamo gli appostamenti sul lungomare di Francavilla o davanti lo stabilimento di Eriberto per vederlo arrivare con la sua Saab verde smeraldo.

Che mito, Galeone il conquistatore !! Un Vate del pallone, abile a trascinare l'universo femminile verso una realtà maschia e grezza come il tifo da stadio. Ci sapeva fare con le donne. E anche con la stampa, sempre alla ricerca di una sua dichiarazione spontanea e mai scontata. Quello che non si è ancora detto e scritto su di lui va ben oltre le sue storie boccacesche e i tanti aneddoti che lo hanno consacrato idolo indiscusso. Tutti sanno delle sue passeggiate notturne a cavallo sulla spiaggia, delle battute di pesca in mezzo al mare, delle burle al malcapitato Domenico Marcozzi o delle sue preferenze enogastronomiche. Pochi invece conoscono il suo lato umano e autentico.

E' William Carosella a rivelarci in esclusiva un episodio davvero commovente:

Giovanni Galeone è sempre stato un uomo generoso e dal cuore grande. Per diversi mesi e in piena riservatezza, si è recato più volte in ospedale a far visita ad Andrea, un giovane tifoso affetto da leucemia, restando ore al suo fianco in camera iperbarica. Nessuno lo poteva riconoscere in camice verde e mascherina. Quando il male si portò via il suo amico, non esitò a staccare un assegno piuttosto consistente per sostenere i genitori del povero defunto

Questo è il vero Profeta. Lunga vita, mister. E grazie per la bella gioventù che mi hai fatto vivere. Con stima, affetto e debito di riconoscenza.

BRUNO BARTELONI "Guaranà".