Cronaca

Ciao, la Vipera! Pescara ha dato l'ultimo saluto a Enzo Mazzella

L'estroso e pittoresco personaggio di Pescara, noto per la sua omosessualità dichiarata e i suoi atteggiamenti folkloristici, è scomparso ieri mattina all'alba. Oggi a San Cetteo si sono tenute le esequie funebri

Enzo La Vipera

Si sono tenute oggi alla cattedrale di San Cetteo, per volontà dei familiari, le esequie di Enzo Mazzella, meglio conosciuto come "la Vipera", estroso e pittoresco personaggio di Pescara noto per la sua omosessualità dichiarata e i suoi atteggiamenti folkloristici. Enzo è scomparso ieri mattina all'alba. Il decesso è avvenuto in ospedale, dove era ricoverato da una ventina di giorni per il riacutizzarsi di una forma tumorale che lo ha colpito alla soglia degli 87 anni. Accudito amorevolmente da alcuni nipoti e dagli amici di sempre del bar Excelsior, lascia un ricordo indelebile in tutta la comunità pescarese.  

"Freechete" è l'esclamazione che la Vipera amava ripetere con stupore per sottolineare il passaggio di qualche bel ragazzo o per commentare con meraviglia i piccoli fatti della vita quotidiana. Questo suo intercalare fa parte del linguaggio popolare di ogni pescarese che si rispetti. Un mito, Enzo. Anticonformista, eccentrico ed esibizionista. Negli anni d'oro della Pescara da bere era facile notarlo con il suo abbigliamento molto appariscente per le vie del centro. Con Roberto il pirata e Ines la rossa ha rappresentato il folklore e l'estrosità, anche se "la Vipera" si distingueva per i suoi modi raffinati e per un'intelligenza sopraffina.

Originario di Brescia, ha iniziato da adolescente a farsi notare per la sua dichiarata diversità che comunque non infastidiva e neppure scandalizzava. Una simpatica macchietta, divertente e socievole. I più datati lo ricordano come fornaio di corso Manthonè o come cuoco dell'hotel Holiday, ma è stato anche un uomo che si è prodigato con molta riservatezza nel sociale, assistendo persone anziane e facendo del volontariato. Fino a qualche anno fa si recava in bicicletta dalla sua abitazione nel quartiere Zanni sino a Rancitelli per accudire un invalido, Vincenzo D'Ottavio, ed aiutava la moglie di quest'ultimo, Leda Bottega, nelle faccende domestiche.

Tutto questo senza rinunciare all'appuntamento fisso delle 10, quando era solito intrattenersi al bar Excelsior di Corso Umberto con indosso uno dei suoi immancabili cappelli variopinti. E' stato tra i protagonisti del film-documentario "Il Traghettatore" di Alessio Consorte e la sua storia aveva dato spunto al sottoscritto per la pubblicazione di un romanzo breve intitolato appunto "la Vipera".

L'artista Nicodemo Napoleone gli ha dedicato un ritratto che per diverso tempo è stato esposto nella sua galleria d'arte. Un doveroso omaggio per una persona buona, di fede e dotata di grande umanità. Se è vero che "Pescara è nu film", con la morte di Enzo siamo ormai ai titoli di coda. The end.


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