Cronaca

Odoardi (Pescarabici): "Treno + bici, posti permettendo"

Pubblichiamo qui di seguito una nota di Giancarlo Odoardi, membro del consiglio direttivo di Pescarabici, sulla singolare "avventura" vissuta da lui e da altri ciclisti

Dalle nostre parti non capita tutti i giorni che dei ciclisti prendano il treno con la propria bici per spostarsi da una città all’altra o per lavoro o per andare a scuola, oppure per svago, come abbiamo fatto noi come associazione, per fare il giro da Sulmona al Lago di Scanno e ritorno. Non fa ancora parte della nostra cultura. 
Eppure domenica scorsa eravamo in 13 sul binario 6 della stazione di Pescara. La Presidente di FIAB Pescarabici ha avuto la premura di inviare un fax a Trenitalia per avvisare della nostra presenza, così, per scrupolo, giusto per evitare sorprese.
Poi il personale dà sempre una mano a sistemare le bici sui vagoni, anche quando lo spazio riservato alle due ruote non è sufficiente. E allora si finisce per invadere la zona antistante le porte e, se non basta, i corridoi. Poi, al di là dei fastidi, va a finire sempre che si entra in simpatia, si scherza e si ride.
Così all'andata, dove sul treno era previsto lo spazio riservato alle due ruote. A Sulmona, per il ritorno, il controllore sembrava meravigliato di vederci in così tanti, facendoci anche preoccupare, ma poi ha addirittura caricato le bici mettendosi lui a tirarle su e a sistemarle in un improbabile spazio per pacchi.
Già, questa volta è stata quasi un'impresa. Il treno, un attempato diesel, comunque abilitato al “servizio trasporto bici al seguito del viaggiatore” (così recita la nota all’asterisco al quadro dell’orario appeso nell’atrio della stazione), in effetti non aveva uno spazio dedicato. Il piano di carico, posto a un metro abbondante da terra con tanto di saracinesca da tirare su, era quello che io ho sempre visto riservato al trasporto dei … pacchi.
Ma, anche qui, tutte le bici non c'entravano, per cui le altre sono finite tra i sedili. Spazio ce n'era, per cui la cosa è andata a buon fine.
Ma veniamo alla gita. Giriamo con due bandiere FIAB sulle bici in testa e in coda alla comitiva, per cui siamo riconoscibili. Appena scesi alla stazione di Sulmona ci salutano due ciclisti di FIAB Caserta, impegnati in un lungo giro. Loro il treno lo prendevano. Lungo la strada, usciti dalle strepitose Gole del Sagittario, ci superano quelli di Cassino, impegnati in un anello da Villetta Barrea. Andando via da Scanno ci avvicina un ciclista che dice di essere di Montesole, FIAB Bologna, e che, insieme ai suoi, aveva concluso il giorno prima un randonneur del Gran Sasso. Tra due settimane arriveranno quelli di FIAB Napoli, per un giro intorno alla Valle Peligna.
Ma di cicliste e ciclisti in giro ce n'erano veramente tanti, tra l’altro lungo un tracciato sicuramente in salita, ma indubbiamente di grande fascino.
Noi, e non è la prima volta, abbiamo preferito farne una parte in treno (gli altri non sappiamo), verificando tutti i limiti, almeno locali, di questa possibile forma di intermodalità non appena la domanda supera una soglia situata ad oggi molto in basso.
Eppure di ragionamenti di potenziamento di questa forma integrata di trasporto ne sono stati fatti, raccogliendo gli auspici di tutti i promotori e partecipanti: dalla Regione a Trenitalia. Ma anche delle associazioni di riferimento  che in qualche modo rappresentano la domanda diffusa sul territorio.
La questione era andata a finire sul tavolo permanente sulla mobilità ciclistica regionale, che nell’ultimo incontro (dei due fino ad oggi tenuti) aveva inglobato quello appunto dedicato allo sviluppo dell’accordo/convenzione Regione/Trenitalia, per cui anche la Presidenza del Consiglio regionale si era mossa. Per non dire che anche il progetto regionale di bike sharing “VIAVAI” lo prevede ripetutamente nel video clip di promozione.
A provare il sistema dal vivo si ha invece, oltre che la sensazione, la certezza che sia tutto fermo, che di strada da fare ce ne sia veramente tanta e che all’orizzonte non si intravvede alcuno scenario, almeno per quanto è dato sapere.
Si vede che l’accoppiata treno + bici vivrà ancora del fascino dell’avventura che da sempre promette, viva e stimolante nella fantasia di molti, e che l’esperienza poi, nel bene e nel male, conferma e che le ragioni dell’opportunità economica, dello sviluppo del turismo, della salvaguardia dell’ambiente, in generale il tema della sostenibilità ambientale sono cose di là da venire. 
Finchè dura e… posti permettendo.

Giancarlo Odoardi, membro del consiglio direttivo di Pescarabici


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