Montesilvano

Tartarughe spiaggiate sulla neve, l'esperto: "Colpa delle condizioni meteomarine"

Ritrovate otto carcasse della specie Caretta caretta. Una nona tartaruga è stata rinvenuta ancora viva. Sotto accusa, da parte del Wwf Abruzzo, l'intensa attività di pesca prima delle feste

Una tartaruga spiaggiata sulla neve a Montesilvano (foto di Viky Vittoria Grace)

Spiaggiamento straordinario di tartarughe marine in atto in queste ore lungo la costa per le mareggiate provocate dal maltempo. Numerose le segnalazioni da parte dei cittadini che passeggiano sui litorali innevati. Ritrovate otto carcasse di Caretta caretta tra Roseto degli Abruzzi, Pineto, Silvi, Montesilvano, Francavilla al Mare e Ortona, mentre una piccola tartaruga ancora viva è stata recuperata sulla spiaggia della Riserva del Borsacchio e trasferita dal personale del Centro Studi Cetacei nel Centro di Recupero "L. Cagnolaro" di Pescara. Le sue condizioni sono critiche, ma al momento stabili.

"Il fenomeno - dice il presidente del Centro studi, Vincenzo Olivieri - è destinato a protrarsi per alcuni giorni. Le condizioni meteomarine e l'intensa attività di pesca nel precedente periodo festivo, sono probabilmente alla base di questo spiaggiamento straordinario: gli animali intrappolati accidentalmente nelle reti, soprattutto alle basse temperature di questo periodo, se non soccorsi adeguatamente, possono morire". Il centro studi, che registra da anni un'intensificazione dei ritrovamenti nelle fasi di maggiore pressione della pesca. invita i cittadini a comunicare eventuali ritrovamenti di animali marini protetti alla Capitaneria di Porto per attivare le procedure di recupero.

A Montesilvano (vedi foto) sono state trovate morte due enormi tartarughe sul litorale nel tratto compreso tra lo stabilimento La Bussola e il Settebello. Critiche giungono dal Wwf Abruzzo: "Le tartarughe sono state vittime dell’intenso sforzo di pesca che ha caratterizzato le giornate che hanno preceduto le feste di fine anno. Il mare grosso di questi giorni ha fatto sì che le onde abbiano trasportato a riva gli individui in cattive condizioni fisiche e quelli deceduti, che non sono ovviamente in grado di resistere alla violenza delle mareggiate. Un fenomeno purtroppo non inconsueto. Gran parte delle tartarughe muoiono perché restano impigliate nelle reti e non riescono a tornare in superficie per respirare. In altri casi inghiottono ami o si cibano di materiali plastici scambiati per cibo mentre non sono infrequenti gli urti accidentali con i natanti".

Caretta caretta – osserva il delegato regionale Luciano Di Tizio – è una specie prioritaria inserita nella Direttiva Habitat e protetta da diverse convenzioni internazionali. È giunto il momento di varare una normativa nazionale che valorizzi e premi gli sforzi dei tanti volontari e che preveda linee guida obbligatorie per la tutela di questo magnifico gigante dei mari, anche normando la pesca, come molti professionisti del settore ormai chiedono a gran voce per tutelare il mare e la loro stessa attività, nell’interesse di tutti”.


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