Economia

Retribuzioni in Abruzzo: poca differenza di stipendio tra chi ha la licenza elementare e chi ha la laurea

L’Abruzzo è fra le regioni in cui il divario retributivo fra chi ha la licenza elementare e chi ha la laurea è meno accentuato

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A proposito di stipendi, in Abruzzo il divario tra chi ha la laurea e chi ha la licenza elementare è poco accentuato. Lo conferma uno studio condotto dal Centro Studi ImpresaLavoro, dell’imprenditore Massimo Blasoni, basato sulle statistiche Istat sulle retribuzioni in Abruzzo e nel resto d’Italia.

A livello nazionale lo stipendio lordo orario è nettamente superiore per chi ha completato un percorso universitario e post-universitario. Il delta retributivo orario per i laureati rispetto ai non laureati varia notevolmente nel nostro Paese, da un minimo medio di 1,15 €/ora della Basilicata, fino a 5,33 €/ora della Lombardia. Tuttavia si tratta di un fenomeno più significativo al Nord he al Sud o nelle isole.

Dalla ricerca del Centro Studi ImpresaLavoro su rielaborazione di dati ISTAT emerge che le tre regioni a pagare di più i dipendenti che possiedono solo la licenza di scuole elementare, sono la Provincia Autonoma di Bolzano (12,87 €/h), la Lombardia (11,67 €/h) e l’Emila Romagna (11,59 €/h).

E l’Abruzzo? In media si paga 10,83€ all’ora per chi possiede la licenza elementare o media. Si passa a 11,26€ all’ora per i diplomati e 12,58€ all’ora per chi ha una laurea o completato un ciclo post-laurea. In media gli stipendi in Abruzzo si assistano intorno agli 11,16€/h.

Il divario tra laureati, chi ha la licenza media o il diploma in Abruzzo è poco accentuata rispetto alle altre regioni in Italia.

Ci sono poi delle differenze che riguardano gli stipendi degli uomini e delle donne. A livello nazionale gli uomini guadagnano 0,87 €/h in più rispetto alle colleghe dell’altro sesso. In tutte le regioni italiane gli uomini guadagnano di più rispetto alle donne.

In Abruzzo gli uomini guadagnano in media 11,56€ all’ora mentre le donne 10,63€, con un divario pari a 0,93€/h.

Studiare è, tutto sommato, un buon affare, lo testimoniano i dati della ricerca svolta. Resta però rilevante nel Paese il tema della programmazione: non si trovano infermieri, medici, e tante altre professioni, mentre per alcuni profili il numero di laureati rimane troppo alto” dichiara Massimo Blasoni, presidente del Centro Studi ImpresaLavoro.


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