‘Vecchi tempi’ di Harold Pinter in Prima Nazionale al Florian Espace
Per il dodicesimo appuntamento della programmazione di Teatro d’Autore e altri linguaggi, direzione artistica Giulia Basel, uno spettacolo firmato Pippo di Marca, in cui ci si interroga sull’importanza del vero senso del linguaggio, trasportati in una dimensione fra reale e surreale.
Sabato 19 dicembre alle ore 21 e domenica 20 dicembre alle ore 17.30, al Florian Espace, il Centro di Produzione Teatrale Florian Metateatro presenta in Prima Nazionale lo spettacolo "Vecchi Tempi" di Harold Pinter, Premio Nobel per la letteratura 2005, regia di Pippo di Marca, con Anna Paola Vellaccio, Francesca Fava e Fabrizio Croci.
Lunghi silenzi, pause, lapsus, scene montate come flashback cinematografici: dietro tutto questo si nasconde l’angoscia di tre personaggi sulla quarantina, sopraffatti dallo scorrere del tempo, intrappolati nella stanza dove si svolge il dramma. Celata dietro l’apparenza di una innocente e realistica commedia, mano a mano il testo offre uno scenario diverso in cui, attraverso l'uso del linguaggio, emerge tutta la drammaticità dell’incomunicabilità fra i personaggi.
Anna (Anna Paola Vellaccio) lontana per circa 20 anni dall’Inghilterra e dall’amica Kate (Francesca Fava), sposata con Deeley (Fabrizio Croci), va a trovare la coppia. Comincia la carrellata di ricordi, ricordi che però non coincidono nelle versioni dei tre personaggi, tanto da chiedersi se l’incoerenza dipenda dalla cattiva memoria dei personaggi stessi, dal tempo bugiardo e inaffidabile, dalla dilagante nevrosi contemporanea, che non dà certezze, irrimediabilmente incastrata nella falsità, oppure se tutto questo dipenda più probabilmente dal linguaggio, incapace di raccontare il tempo e la realtà, inetto nello spiegare le ragioni profonde della storia stessa.
Nei fitti dialoghi, caricati di ambiguità, di pause e di silenzi, si scorgono tratti del teatro beckettiano, così come si percepisce l'anticipazione di tanta parte della più recente produzione drammaturgica. Pippo di Marca, “uno dei migliori registi teatrali della sua/mia generazione, ma un raffinato teorico, veramente metateatrale, della scena contemporanea”, come scriveva Renato Nicolini nel 2004, ha trattato il testo con uno sguardo indagatore, da filologo, scavando nel senso delle parole come un archeologo, fino a svelare la condensa di oscurità e di nevrosi che investe i personaggi, incapaci di condividere un ricordo in maniera oggettiva.
Si consiglia di prenotare telefonando al Florian Espace ai numeri 085.4224087 / 393.9350933.