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Anche a Pescara il terzo sciopero globale per il clima e la Climate Action Week

Da lunedì 23 settembre, in contemporanea con il summit Onu di New York sui cambiamenti climatici, inizia la Climate Action Week anche a Pescara. Rispondendo alla chiamata internazionale di una settimana di mobilitazione per il clima, Fridays For Future Pescara organizza con la cittadinanza una serie di incontri e azioni, che sfoceranno nel corteo di venerdì 27 settembre, con appuntamento all’Arena del Mare (Madonnina del Porto) alle ore 9.

Si partirà con interventi di piantumazione e sensibilizzazione e con un’assemblea pubblica studentesca martedì 24 settembre alle ore 16 in piazza Salotto, per poi tornare in piazza con rivendicazioni sul piano comunale, regionale e nazionale.

“Che chi ci governa lo accetti o no, l'emergenza climatica è già qui - commentano le attiviste e gli attivisti del gruppo Fridays For Future Pescara - Dopo gli scioperi per il clima di marzo e maggio, le assemblee e le azioni portate avanti negli ultimi mesi, la mitigazione del riscaldamento globale è tornata al centro del dibattito pubblico nazionale e locale, ma la politica rischia di fermarsi agli slogan. Lottiamo per un cambiamento che parta da noi stessi, dagli stili di vita e dal quotidiano, ma non possiamo ignorare dov’è il nocciolo delle responsabilità”.

Il movimento Fridays For Future pretende che il Comune di Pescara dichiari l’emergenza climatica e applichi un piano di azione per il clima con scadenze e vincoli precisi:

  • tuteli ed estenda il verde urbano;
  • realizzi la divisione delle reti fognarie verso il recupero dell’acqua piovana anche in funzione anti-allagamento;
  • renda gratuito e sostenibile il servizio di trasporto pubblico integrandolo con incentivi alla mobilità ciclabile;
  • disinvesta dalle energie fossili rifiutando gli accordi con aziende e istituti bancari che partecipano alla loro economia, investendo nelle rinnovabili 

Fridays For Future esige che la Regione Abruzzo realizzi un miglioramento delle reti idriche per evitare gli ingenti sprechi attuali, tuteli una distribuzione pubblica ed efficiente dell’acqua, e prenda posizione contro il gasdotto Snam, "opera inutile e contraria alla transizione energetica richiesta a livello globale".

A livello nazionale, il movimento rivendica la necessità che il governo italiano superi gli obiettivi dell’Accordo di Parigi stabiliti nel 2015, rispetti le promesse elettorali contro le grandi opere e ritiri le leggi che incentivano la produzione e il consumo dell’energia utilizzando biomasse, e che promuovono la deforestazione e lo smaltimento dei fanghi di depurazione in agricoltura.

“Al di là delle rivendicazioni delegate alle istituzioni, continueremo a praticare l’autorganizzazione di iniziative ecologiste, ispirate ai principi di giustizia climatica e di solidarietà attiva alle popolazioni massacrate da incendi e deforestazioni. Cambiamo il sistema, non il clima!”.


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