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Orari dei treni locali, il Comitato dei pendolari Teramo-Pescara: “Solo piccoli miglioramenti”

Anche i pendolari che salgono in stazioni a sud del fiume Pescara e che devono arrivare a Roseto, Giulianova o Teramo "potranno viaggiare in serenità, senza avere l'ansia di non riuscire a prendere la coincidenza". Tuttavia queste migliorie "non risolvono i problemi"

Il comitato dei pendolari che giornalmente si muovono sulla tratta Teramo-Pescara comunica che, a seguito di due riunioni svolte il 16 gennaio e il 14 marzo presso la Direzione Regionale Abruzzo di Trenitalia, sono stati apportati dei correttivi al contestatissimo orario regionale dei treni in vigore dallo scorso 11 dicembre.

In particolare è stata eliminata la famigerata “rottura del carico” a Pescara centrale per il treno delle 17.02 che da Sulmona arriva a Pescara Centrale e che oggi obbliga tutti coloro che intendano proseguire in direzione nord fino a Giulianova o Teramo a cambiare treno alla stazione di Pescara Centrale con tempi strettissimi e nessuna garanzia di coincidenza.

«Con la cancellazione della rottura del carico a Pescara centrale per il treno 3210, finalmente da lunedì 27 marzo anche i pendolari che salgono in stazioni a sud del fiume Pescara e che devono arrivare a Roseto, Giulianova o Teramo potranno viaggiare in serenità, senza avere l’ansia di non riuscire a prendere la coincidenza», affermano i pendolari. «Durante gli incontri con la Direzione regionale di Trenitalia è emerso chiaramente quanto fallimentare sia stata la scelta di “spezzettare i treni” cercando di realizzare un hub a Pescara Centrale che però non garantisce ne’ i tempi e in molti casi neanche le fermate per i pendolari della fascia adriatica o del teramano».

Nonostante questa buona notizia, rimangono ancora molti i punti critici che necessitano un superamento. Il comitato contesta in particolare «la scarsa presenza di treni che da Teramo partono verso Pescara nella fascia oraria che va dalle 7 alle 8 del mattino (un unico treno alle 7:47), l’abolizione di alcune fermate della tratta Teramo-Pescara, in particolare quella di Bellante che costringe circa venti persone a spostarsi di diversi chilometri per raggiungere la stazione più vicina.

«In merito a questo punto», afferma il comitato, «ci è stato assicurato che a Giugno verrà ripristinata la fermata di Bellante per il treno in partenza alle 6:47 da Teramo, ma questo non è sufficiente in quanto non vi sono garanzie di per il ritorno e quindi non ha senso parcheggiare l’auto a Bellante se poi al ritorno molti treni non fermano lì. Inoltre i pendolari bellantesi da tempo chiedono che una stazione a cui fanno riferimento così tanti viaggiatori riacquisti il proprio ruolo e venga ripristinata per tutti i treni e non solo per una o due corse».

Altro nodo da sciogliere è la “rottura del carico” che ancora permane per diversi altri treni che coprono la tratta Teramo-Chieti, come ad esempio il 3181 da Teramo per Pescara Centrale. «Per andare a Porta Nuova il primo treno utile c’è dopo 21 minuti e molti scelgono di andare a piedi o con auto private. Ma allora», sottolineano i pendolari, «che senso ha il trasporto ferroviario se lascia scoperta mezza città con poli importanti come Università e Tribunale, e che senso hanno i tanti soldi spesi per la riqualificazione della stazione di Porta Nuova?».

«Un piccolo passo in avanti è stato fatto», conclude il comitato, «ma tanto resta ancora da fare per offrire un servizio all’altezza delle aspettative di centinaia di persone che fanno del treno il loro principale mezzo di trasporto».


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