Calcio

Delle Monache e il Pescara, un sogno iniziato nel 2014...

La storia del giovane attaccante biancazzurro, dal giorno della firma al primo gol in C, raccontata da Angelo Londrillo. "Era timido e a volte piangeva, ma il talento si vedeva fin da quando era bambino"

Marco Delle Monache con Angelo Londrillo nel 2014

Dalla firma sul primo cartellino con la scuola calcio del Pescara, quando aveva 9 anni, al primo gol in serie C, pochi giorni prima del suo 18° compleanno, che festeggerà il prossimo 3 febbraio. Una storia d'amore lunga più di tremila giorni, quella di Marco Delle Monache con il Pescara. La corsa e l’urlo liberatorio di Delle Monache domenica scorsa sotto la nord dopo il gol della vittoria contro la Viterbese raccontano, senza bisogno di sottotitoli, quello che il Pescara ha rappresentato e rappresenta per l’esterno offensivo diventato, l’estate scorsa, un giocatore della Sampdoria (contratto di 5 anni con i blucerchiati).

Tutto è iniziato nel 2014, ma era già scritto nelle stelle che dovesse accadere… “Nel 2014 lo conoscevamo già da qualche mese, essendo lui uno dei bambini della nidiata 2005/2006 della Caldora, con cui lavoravo assieme alla famiglia Bankowski – racconta oggi Angelo Londrillo, responsabile del settore giovanile biancazzurro, che nei giorni scorsi ha postato su Instagram una foto di Delle Monache bambino nel giorno della firma nella sede del Pescara a Palazzo Quadrifoglio – . Seguivamo con attenzione questo gruppo particolarmente florido. La prima volta per Marco con il Pescara fu al campus estivo di Pizzoferrato, poi quello di Castel di Sangro. E’ entrato in punta di piedi da noi. Era un bambino timido, accompagnato sempre dal nonno Bruno, presenza fissa al suo fianco. Poi il signor Bruno è diventato un nostro collaboratore e dirigente accompagnatore del settore giovanile. Un appassionato di calcio, che ha sempre messo grande dedizione per aiutare i giovani del Pescara. All’inizio Delle Monache faceva fatica, era comprensibile per un bambino fuori dal suo contesto abituale e dal suo habitat di crescita quotidiano. Gli è capitato anche di piangere a volte per alcune delusioni, ma a quell’età ci sta”.

“Dagli Esordienti, il gruppo dei 2005 del Pescara prometteva bene, con i vari Ripani, passato alla Juventus, e Romani, ora alla Fiorentina, oltre ad attuali ragazzi della nostra Primavera. Ci sono stati due crocevia importanti nella sua crescita. Nell’Under 15, essendo più piccolino, e facendo parte di un gruppo forte, soffriva per il poco minutaggio e l’abbiamo aiutato, ha trovato spolidarietà. L’abbiamo protetto, lui è stato bravo ad aspettarsi. Ci vuole un attimo a perdersi a quell’età e magari la parabola può essere diversa”.

Il secondo è stato il Covid. “Dopo lo stop per pandemia, è diventato giocatore. Si è ripresentato con un piglio diverso, Sansovini all’Under 16 lo ha fatto esplodere giocando sotto età in un gruppo di 2004. Nell’estate del 2021, assieme all’allora direttore e amico Peppe Geria ci dicemmo: “Perché non portiamo Marco subito in ritiro con la Primavera nel campionato Primavera1?”. Da lì è iniziata la storia che tutti stiamo vivendo: giocare bene con la squadra di Iervese, esordire in prima squadra e arrivare l’estate scorsa alla firma con la Samp”. 


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