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VIDEO | Gatti massacrati a Fontanelle, decine di persone alla fiaccolata: una sfilata silenziosa per urlare "basta orrore"

Dieci quelli uccisi barbaramente, venti quelli di cui si sono persi le tracce: in strada ci sono cittadini, associazioni e alcuni rappresentanti delle istituzioni per chiedere tutela e giustizia, l'amministrazione non c'è ma è a lei che si chiede sostegno

Paride, Bano, Strillo, Pelosina, Tigro e Inka. E' per loro e per gli altri quattro gatti barbaramente uccisi che stasera in via Caduti per Servizio, nel quartiere Fontanelle, si sono accese le candele di chi chiede giustizia e che per gli altri venti di cui si sono perse le tracce chiede tutela. E' alla fermata dell'autobus, un vero e proprio capolinea, che si ferma la fiaccolata organizzata dagli Animalisti volontari che per primi hanno denunciato l'orrore che va avanti da mesi: dieci gatti uccisi nei modi peggiori, fatti esplodere con i petardi, bruciati vivi o avvelenati con l'antigelo. Proprio accanto a quella pensilina due di loro sono stati trovati morti e lì le loro gigantografie, affisse su dei cartelli che sfilano silenziosamente lungo la strada, vengono lasciate con sopra un fiocco di palloncini neri in segno di lutto e con accanto un foglio con scritti sopra i loro nomi.

Non sono centinaia le persone presenti, ma non sono pochi quelli hanno deciso di partecipare e se per le istituzioni a sostenerli c'erano il vicepresidente del consiglio regionale Domenico Pettinari (M5s), il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli e il consigliere comunale M5s Paolo Sola, dell'amministrazione comunale non c'è nessuno. Un peccato visto che è proprio alle istituzioni che chi si batte per la tutela degli animali, si erano appellate. L'impegno di trovare i responsabili e attenzionare il fenomeno lo hanno preso, ma la loro presenza stasera qualcuno se l'aspettava e c'è chi non lo nasconde. E' il caso di Paola Giordani, presidente della sezione di Pescara della lega italiana in difesa degli animali e l'ambiente (Aidaa): “siamo sempre troppo pochi ad essere presenti per una vera tutela degli animali rispetto a tutte le dichiarazioni di intenti che ci sono anche da parte della pubblica amministrazione e degli enti preposti per legge a farlo. Ci ritroviamo sempre soli ed abbandonati. Vorrei sottolineare che il volontariato è fatto da privati cittadini che prendono in carico un onere pazzesco sotto tutti i punti di vista. Vorremmo maggiore mobilitazione da chi è predisposto a farlo”. Un'occasione mancata forse anche per dimostrare vicinanza ad un quartiere difficile dove sembra responsabili di questi atti orrendi siano dei ragazzini di 12-13 anni. Così mormora qualcuno. “Sono gesti indegni e incivili – dichiara la signora Pamela che di mestiere e medico di base e che poco lontano dalla zona cura si occupa del suo gattile -. Forse i genitori dovrebbero fare un test pedagogico. Se questo è l'inizio figuriamoci il futuro. Mi sorprendo dei genitori, cosa insegnano ai loro figli?”.

Dai palazzi di va Caduti per Servizio non sono scesi in tanti, ma di cittadini in strada ce ne sono, alcuni sono arrivati da altre zone della città. Ai balconi le persone si affacciano e guardano, in silenzio. Fare un passo in più molti non lo reputano sicuro. Sin da quando si è iniziato a parlare di quanto stava accadendo ai gatti di Fontanelle gli Animalisti volontari hanno sottolineato come questa fiaccolata fosse fatta a nome di chi, di denunciare, ha paura per il timore di ritorsioni e intimidazioni pare ce ne siano anche state. Ragazzini, quasi bambini, quelli che potrebbero far parte di quella baby gang per trovare la quale proprio l'Aidaa ha messo una taglia di 3mila euro nella speranza di rompere un muro di omertà che, però, non sembra essere caduto. Lo conferma D'Olimpio cui chiediamo se ci sono novità nella “caccia” ai responsabili: “continuano a dire che sia un gruppo di ragazzini, una baby gang, ma noi obiettivamente non sappiamo chi siano”, afferma. La mancanza di qualcuno si è sentita, ma la presidente degli Ambientalisti volontari è soddisfatta per il numero di persone che, comunque, hanno voluto esserci e hanno sfidato anche la paura di esserci. Alle istituzioni lei si affida così come ai cittadini perché denuncino. La speranza è che le candele che stasera si sono accese per una manciata di minuti non si spengano e atti come questi non si debbano più raccontare. Lo spera la D'Olimpio e lo speriamo tutti.

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